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| Festa di Samhain | |
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Shyn-Kayla Amministratrice Forum Consigliera
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| Titolo: Re: Festa di Samhain Mer 28 Ott 2009, 08:04 | |
| Samhain Samhain (pronuncia sàuin, ma anche sàun o sevèn) è il termine gaelico moderno per indicare la stagione invernale, e si usa convenzionalmente anche per indicare la stagione invernale presso le antiche popolazioni celtiche, non conoscendosi i termini antichi per indicare questa stagione. Samhain è anche noto come Calan Gaeaf in Galles. Bealtaine, Lúnasa e Samhain sono tutt'ora i nomi di mesi di maggio, agosto e novembre nella lingua irlandese. Benché nel Calendario di Coligny, l'unica fonte archeologica che fa riferimento al computo del tempo presso i celti, l'unica festa chiaramente indicata sia Trinuxtion Samoni (Samonios), tradizionalmente si ritiene che dividessero l'anno in due parti: inverno (il cui inizio era segnato dalla festa di Samhain) ed estate (di cui l'inizio era segnato da Beltane). I Celti erano influenzati principalmente dai cicli lunari e delle stelle che segnavano lo scorrere dell'anno agricolo che iniziava con Samhain (in novembre), alla fine dei raccolti, quando il terreno veniva preparato per l'inverno.
La vigilia di Samhain (in irlandese Oidhche Shamhna) era la festività principali del calendario celtico, probabilmente celebrata il 31 ottobre, rappresentava l'ultimo raccolto. Oggi in Irlanda Oíche Shamhna indica la notte di Halloween. I falò hanno sempre avuto un ruolo importante in questa festa. Anche in epoca cristiana i villici erano usi lanciare nel fuoco le ossa del bestiame macellato (il bestiame aveva un ruolo prominente nel mondo gaelico pre-cristiano). Una volta che i falò erano stati accesi, tutti gli altri fuochi venivano spenti ed ogni famiglia prendeva solennemente il nuovo fuoco dal falò. Come molte feste celtiche, veniva celebrata a più livelli: dal punto di vista materiale era il tempo della raccolta e dell'immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali. Essere soli in questa occasione significava esporre sé stessi ed il proprio spirito ai pericoli dei rigori invernali. Naturalmente, questo aspetto della festa ha perso in epoca moderna gran parte del suo significato, visto che oggi le carestie fortunatamente non costituiscono più un problema come presso le antiche società rurali. Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante (in Irlanda questa sarebbe stata Fleadh nan Mairbh ("Festa dei Morti"). Questo era il periodo più magico dell'anno: il giorno che non esisteva. Durante la notte il grande scudo di Skathach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell'ordine ed al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Da questo punto di vista le tribù erano un tutt'uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo. Infine, dal punto di vista dell'ordine cosmico, il sorgere delle Pleiadi, le stelle dell'inverno, segna la supremazia della notte sul giorno. In alcune parti della Bretagna occidentale, si usa cucinare le kornigou, torte a forma di corna di cervo, a simboleggiare il Dio cornuto che perde le corna prima di ritornare nel suo regno nell'Aldilà. Quando i Romani entrarono in contatto coi Celti, identificarono Samhain con la loro festa dei morti (Lemuria) che era però celebrata nei giorni 9, 11 e 13 maggio. Con la cristianizzazione venne istituita la festa di Ognissanti (1 novembre), mentre il 2 novembre si celebra il Giorno dei morti. Attualmente nei paesi di cultura anglossassone si celebra invece la festa di Halloween.Celebrare Samhain In questo periodo cominciano gli oscuri, freddi giorni invernali. Nelle campagne c'è poco lavoro da fare, le foglie cadono dagli alberi e i giorni si accorciano sensibilmente. I poteri naturali della crescita e della luce declinano ed entrano nel loro lungo sonno invernale. Anche gli animali si preparano al letargo. Come loro anche noi dovremmo rallentare le nostre attività e passare più tempo in casa. Se si ha un caminetto in casa è bello accalcarci intorno al fuoco insieme ai nostri amici e raccontare storie. Approfittiamo di questo periodo dell'anno, in cui la Natura muore apparentemente, ritirandosi in se stessa come i semi si ritirano nel terreno, per raccoglierci in noi stessi intraprendendo viaggi interiori nella nostra coscienza. Prestiamo attenzione ai sottili mutamenti del corpo, all'adattamento biopsichico del nostro organismo ai brevi e freddi giorni invernali: la mente inizia a scivolare dall'esteriorità all'interiorità. Ora è tempo che la nostra attenzione passi dal lato materiale a quello spirituale. E' tempo di riflessione, di viaggi interiori per potere scoprire quegli aspetti di noi stessi che necessitano di essere cambiati prima che possa iniziare una nuova vita. Come gli antichi iniziati dobbiamo discendere nel mondo inferiore, ripercorrendo il viaggio delle divinità stagionali: seguiamo la spirale interiore dell'anno vecchio fino ad arrivare al nostro centro interiore e a questo punto ripercorriamo la spirale all'esterno portando fuori il nostro potenziale di vita e creatività che sarà manifesto nel nuovo anno, al tempo stesso conservando in npi la saggezza imparata nel passato. E' un periodo adatto a tutti i tipi di meditazione e tradizionalmente propizio alle arti divinatorie, essendo un momento di passaggio in cui si incontrano passato, presente e futuro. Possiamo approfittarne per imparare qualche tecnica divinatoria, come i tarocchi o le rune. Inoltre, siccome le energie di questo tempo hanno a che fare con la morte, possiamo rivolgere i nostri pensieri alle persone che ci hanno lasciato. Possiamo divertirci a intagliare e scavare zucche e rape, inserendo in esse candele per esporle alle finestre o sui balconi delle nostre case. E' infine un momento in cui al fine di favorire la nostra rigenerazione, si possono ritualmente abbandonare tutte le cose del passato che dobbiamo o vogliamo lasciare, abbandonare (lasciar morire) le cose che non ci piacciono nella nostra vita. Possiamo quindi scrivere queste cose su foglietti di carta per bruciarli nel nostro fuoco di Samhain, che può anche essere una candela.ElisirQuesta ricetta è perfetta fra Samhain e Ostara e aiuta anche quando avete problemi di raffreddore o influenza, magari prima di andare a letto. Ma riscalda anche l' atmosfera di una fredda serata invernale fra amici! Arancia Limone Rhum Zucchero di canna In un pentolino mettete a bollire in una tazzina da caffè d'acqua e 1/2 solo la parte arancione della buccia di mezza arancia(la parte bianca è più amara), due pezzettini del giallo della scorza di limone e una fettina intera di arancia. Aggiungete lo zucchero di canna a piacere e fatelo sciogliere bene (di solito un paio di cucchiaini scarsi, è sempre possibile fare una piccola aggiunta dopo). Lasciate bollire un po' a fuoco basso. Spegnete e versate il tutto in una tazza. Versate 3/4 della stessa tazzina da caffè di Rhum e bevete molto caldo. Se lo fate per più persone mettete un po' meno acqua, cercando di considerare quanta ne evaporerà bollendo (o al limite aggiungete più Rhum, a seconda dei gusti)Buon Samhain a tutti voi!! |
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| Titolo: Re: Festa di Samhain Ven 30 Ott 2009, 06:53 | |
| La nostra gentile Scintilla in cammino Valeria, ha scoperto questo interessantissimo e molto preciso articolo riguardo Samhain, ambientato in Italia. Per motivi tecnici non ha potuto postarlo direttamente, perciò provvedo io, ringraziandola ancora infinitamente per il suo importante contributo!
Grazie ValeriaLa tradizione della zucca scavata a forma di testa e illuminata dall’interno non è soltanto parte del folklore irlandese, poi pervenutoci facendo il giro dall’America. I paesi padano-alpini sono pieni di tradizioni assolutamente analoghe in cui sono sempre presenti la zucca, gli intagli antropomorfi e la candela (che riportano con evidenza al culto celtico delle “teste tagliate” e al loro utilizzo per rafforzare il collegamento simbolico fra il mondo dei vivi e quello dei morti), e l’usanza della questua di soldi o dolciumi (identica alla versione irlandese e americana). Se oggi questa usanza ricompare con un altro nome e ridotta a fumetto è solo perchè noi non siamo stati capaci di tener vive le nostre tradizioni e – nel vuoto pneumatico cui ci ha condannato la sub-cultura modernista e progressista – accogliamo la versione caricaturale e supermercatale di un originale ben più nobile e bello che abbiamo relegato in soffitta e di cui ci siamo dimenticati. Fuochi, Giobianne e zucche illuminate discendono dalla stessa matrice precristiana e sono profondamente incistati nell’immaginario collettivo che la cultura celtica ha lasciato alla nostra gente. La nostra più radicata cultura popolare è ancora oggi piena di tradizioni antiche come il mondo che hanno a che fare con il pane dei morti, le cene apparecchiate per i morti, le castagne lasciate sul davanzale o sul tavolo per i morti, eccetera. Il segno più popolare, noto e diffuso di questa notte di unione fra i mondi è una zucca svuotata, intagliata e contenente una candela accesa, che è detta lümera. In taluni casi assieme alle zucche vengono anche usati ravizzoni e grosse rape (Canton Ticino). Si tratta in ogni caso di figurazioni che imitano nella forma e nelle fattezze dei teschi: grandi orbite, apertura nasale e bocche aperte in cui sono evidenziati i denti. E’ una sorta di ridicolizzazione e di demistificazione della morte, un messaggio che suona del tutto normale in una festa che afferma l’intercomunicazione fra due mondi dei vivi e quelli dei morti. Oltre che per spaventare la gente e organizzare burle, le lümere vengono anche collocate lungo le strade, vicino alle chiese e ai cimiteri per “illuminare la strada alle anime” e far loro ritrovare il cammino da un mondo all’altro. Esse hanno anche funzione decorativa: la sera del 31 ottobre vengono accese dai bambini di casa e poste sui davanzali delle finestre, sui balconi, sulla porta di accesso, sui piloni dei cancelli, sui muretti attorno alla casa. In alcuni casi, la loro funzione estetica assume proporzioni notevoli: zucche illuminate di medie dimensioni erano messe a Cosseria (SV) a tutte le finestre di casa e una molto più grande davanti alla porta principale; a Pisa erano posizionate “ad effetto” lungo tratti del muro d’Arno. A Manerbio (BS) e nelle campagne del Canavese venivano appese ai rami degli alberi. Una particolare concentrazione di simboli si trova in alcune delle usanze friulane: i semi raccolti nell’operazione di svuotamento della zucca venivano conservati per la semina dell’anno successivo (passaggio da un “tempo” all’altro), le candele venivano lasciate accese tutta notte per sciogliere e rendere più dolce e gradevole la polpa rimasta all’interno che serviva da nutrimento per i morti, in ogni casa si preparava una zucca per ognuno dei morti che si volevano ricordare (a volte si lasciava infilata nella zucca una lettera a loro destinata) e la mattina si controllava dallo spostamento degli oggetti se le anime erano effettivamente passate e se avevano gradito l’accoglienza. L’impiego sistematico delle lümere è continuato, secondo quasi tutte le testimonianze raccolte, con grande vigore fino agli anni ’50 e ha da allora continuato ad affievolirsi. Ha ritrovato una certa fortuna in tempi più recenti grazie all’acquisizione di abitudini di importazione americana di cui si è però smarrito l’antico legame con la nostra tradizione. Secondo gran parte delle testimonianze raccolte, le zucche scavate e illuminate venivano chiamate lümere in Lombardia, in Emilia e in Piemonte, lumere nel Veneto Occidentale, lumazze nel Polesine e in Romagna. E’ stata anche raccolta testimonianza di alcune limitate varianti locali che le indicano come teste da mort a Biella, e mortesecche a Lucca.
Gilberto Oneto |
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