La porta del Cielo:
La grotta
di Monte Sant'Angelo
NON - EST - VOBIS - OPUS - HANC - QUAM AEDIFICAVI - BASILICAM - DEDICARE
IPSE - ENIM - QUI - CONDIDI
ETIAM - CONSECRAVI
~
Non è necessario che voi dedichiate
questa Basilica che ho edificato,
poiché io stesso che ne ho posto le fondamenta,
l'ho anche consacrata
(Mikael Arcangelo)
TERRIBILIS - EST - LOCUS
ISTE - HIC - DOMUS - DEI
EST - ET - PORTA - COELI
"Io sono l 'Arcangelo Michele
e sto sempre alla presenza di Dio.
La caverna è a me sacra, è una mia scelta;
io stesso ne sono il vigile custode.
Là dove si spalanca la roccia
possono essere perdonati
i peccati degli uomini.
Quel che sarà qui chiesto nella preghiera
sarà esaudito.
I gradini di ingresso
Entrati attraverso il portale bizantino,
costruito a Costantinopoli,
ci troviamo all'ingresso, dal quale
parte una lunga scalinata per scendere
nel luogo prescelto da Mikael Arcangelo.
Nelle profondità della terra di Monte Sant'Angelo
in provincia di Foggia, possiamo
assistere a un'esperienza sublime
di contatto con il supremo Principe
delle Milizie Celesti.
Michael come vedremo più avanti,
se avrete la pazienza di seguirci,
si materializzò palesemente in questo luogo,
rivelandosi e manifestandosi quattro
volte nell'arco dei secoli.
Gli eventi delle sue apparizioni,
trovano riscontro storico, antropologico
e archeologico.
Ma è mettendo piede in questa grotta,
ricolma di poderose energie, che potrete contsatare
con la vostra anima la preponderante
presenza dell'imponente Arcangelo,
a cui Dio ha affidato la protezione
incondizionata di tutti gli umani
che ne richiedano assistenza.
Questa è la porta Sacra del Cielo.
Dentro la grotta
Da tutta l’atmosfera del sacro luogo,
nelle profondità della terra,
promana un fascio oscuro e misterioso che si materializza nel gioco di luci e ombre tra gli anfratti della scintillante presenza dell’urna, che racchiude
la statua di S. Michele Arcangelo
con una espressività incomparabile.
Come potete notare, questa statua.
di struggente bellezza,
differisce notevolmente rispetto
alla tradizionale rappresentazione di
Mikael:
la spada infatti anzichè essere in posizione d'azione,
per trafiggere Satana,
è posta dietro la testa dell'Arcangelo.
Il motivo è molto profondo e importante:
in questo Luogo, il potente Michael
ha già vinto sulle tenebre.
Viene rappresentato quindi
in posizione di trionfo.
Questa è la sacra grotta
del Re di tutte le Vittorie,
della Potenza dello splendore trionfante.
Ed è così che vi sentirete una volta entrati,
se vi abbandonerete senza resistenze.
Non ha importanza che siate credenti o atei.
Che siate Cristiani o di altre religioni.
Questa è la porta del cielo per tutta
l'Umanità.
Si inalenerà in voi la forza della
Vittoria divina:
AMORE
La grotta
Il luogo, mai consacrato da mano umana,
(vedremo più avanti il perchè),
è ben distinto in due parti:
una appena si entra, costruita in muratura,
chiamata la Navata Angioina e un'altra
allo stato naturale, così come l'Arcangelo l'ha creata:
una spelonca aperta
nella natura stessa, sulla roccia calcarea.
Una volta entrati sulla sinistra a pochi passi,
si ha la possibilità di vivere un'esperienza
nell'esperienza:
Nella piccola cappella della Croce,
è possibile sentire il soffio e il suono di Dio.
La cappella è talmente colma di
amore ed energia divina da rimanerne
in un primo momento dolcemente sconcertati.
Vi è custodito un frammento
della croce in legno
dove venne crocifisso Gesù.
Avremo modo più avanti di
parlarne meglio.
I miracoli della grotta
Appena entrati nella caverna,
si insinua nel cuore un desiderio prepotente
di abbandono al perdono divino:
è l’invito dell’Arcangelo guerriero
a vincere le nostre debolezze
e a riprendere il cammino, forti del perdono
e dell'abbraccio angelico di Dio.
Come ha annunciato l'Arcangelo,
questo è un luogo dove possono essere
espresse richieste di miracoli
per l'intera umanità.
Di notevole rilevanza è la possibilità,
una volta entrati in empatia con la caverna,
di poter vedere numerosi volti eterei che
fluttuano nella roccia.
Volti e corpi di guerrieri e di Angeli.
Le testimonianze della storia
Appena entrati, a destra, troviamo un piccolo altare,
eretto in onore di S. Francesco d'Assisi:
ne ricorda la sua visita,
compiuta nel lontano 1216.
Come si tramanda, S. Francesco,
arrivato a Monte Sant'Angelo per chiedere il perdono angelico, non sentendosi degno di entrare nella Grotta, si fermò in preghiera e raccoglimento all'ingresso,
baciò la terra e incise su una pietra
il segno di croce in forma di T (Tau).
Nel linguaggio biblico
il segno T è il simbolo della salvezza.
Da questo racconto possiamo comprendere
quanta importanza attribuisse il Poverello d'Assisi a questa Grotta per la speciale dignità del
luogo sacro e in ordine alla salvezza delle anime.
Come documentato da atti
storici la caverna è stata meta di visita
per 67 Santi e 30 imperatori.
Ognuno di essi ha lasciato il suo segno
incidendo nella roccia della grotta
il proprio nome.
Da citare Padre Pio, San Tommaso,
Napoleone.
Le testimonianze della storia
Da citare infine Vittorio Emanuele III e
Umberto II di Savoia,
diversi capi di governo e ministri;
numerosi Papi:
Gelasio I, S. Leone IX, Urbano II, Alessandro III,
Gregorio X, S. Celestino V,
Giovanni XXIII da cardinale, Giovanni Paolo II).
Sovrani (Ludovico II, Ottone III e sua madre Teofane,
Enrico II, Matilde di Canossa, Carlo d'Angiò,
Alfonso d'Aragona, Ferdinando il Cattolico,
Sigismondo il Vecchio, re della Polonia,
i re borboni Ferdinando I e Ferdinando II.
Alcuni Santi:
(Anselmo, Bernardo di Chiaravalle,
Guglielmo da Vercelli, Francesco d'Assisi,
Brigida di Svezia, Bona di Pisa, Alfonso de’ Liguori,
Gerardo Maiella, il Venerabile Servo di Dio
P. Pio da Pietrelcina e numerosi altri ),
ma soprattutto migliaia di pellegrini venuti da ogni
angolo del pianeta, attratti dal fascino
dalla Celeste Basilica così singolare,
dove trovano speranza, perdono e pace,
per intercessione di
S. Michele Arcangelo.
L'abbraccio dell'Arcangelo
Superato di pochi passi l'altare di S. Francesco,
si apre davanti al visitatore uno spettacolo unico
nel suo genere:
la caverna, dall'irregolare volta rocciosa,
che nell'arco dei secoli ha accolto milioni di pellegrini, il luogo dove tanti uomini
hanno ritrovato il perdono la pace e
la realizzazione di numerosi miracoli.
Li, ogni essere umano si sente come
il figliol prodigo che ritorna alla casa del Padre,
guidato e protetto da S. Michele Arcangelo.
Effettivamente nessun uomo, donna o bambino,
che si rechi in questo Sacro luogo
dalla sconvolgente energia,
può rimanere indifferente al saluto
del Comandante supremo delle milizie celesti.
L'interno di questa grotta,
mai consacrata da mano umana,
testimonia con i suoi diversi elementi
la secolare storia.
La varietà degli stili crea un'unica armonia che canta la gloria di Dio, quasi traducendo nella perfezione dell'arte il nome stesso dell'Arcangelo:
MI - KA - EL
Chi come Dio!
EGO SUM LUX MUNDI.
QUI SEQUITUR ME NON AMBULAT IN TENEBRIS
ET HABEBIT LUMEN VITAE.
EGO SUM ALFA ET OMEGA.
Io sono la luce del mondo.
Chi segue me non cammina nelle tenebre
ed avrà la luce della vita.
Io sono il principio e la fine.
Il suono di Dio
A sinistra dell'altare del Santissimo Sacramento,
dietro una porta di bronzo che risale al 1705,
sorge la Cappella delle Reliquie detta anche
Cappella della Santa Croce.
In origine la cappella veniva usata come sacrestia
e solo in seguito fu destinata ad accogliere le reliquie.
Fra le reliquie presenti, al centro, sull'altare marmoreo,
si trova la croce d'argento in filigrana
che sostituisce quella donata da Federico II
(attualmente custodita nel museo devozionale,
sempre all'interno del santuario)
e che contiene il preziosissimo frammento
della Croce di Cristo.
Come accennato prima,
è possibile percepire al suo interno il suono di Dio.
E' fortissima la percezione energetica
rilasciata attraverso milioni di umani
attraverso i loro pensieri sinceri e le loro preghiere.
Vediamo adesso cosa è accaduto
1600 anni fa quando Mikael Arcangelo
riempi questo luogo della sua presenza.
Le apparizioni.
La prima apparizione
L'episodio del toro
Un giorno un ricco signore di Siponto faceva pascolare i suoi armenti sulla montagna del Gargano. All'improvviso scomparve il più bel toro. Dopo la lunga e affannosa ricerca lo trovò inginocchiato sull'apertura di una spelonca.
Preso dall'ira, scoccò una freccia contro l’animale ribelle, ma in modo inspiegabile, anziché colpire il toro, la freccia ferì ad un piede il ricco signore.
Turbato dall'evento, egli si recò dal vescovo, che, dopo aver ascoltato il racconto della straordinaria avventura, ordinò tre giorni di preghiere e di penitenza.
Allo scadere del terzo giorno, al vescovo apparve l'Arcangelo Michele che così gli parlò:
"Io sono l 'Arcangelo Michele
e sto sempre alla presenza di Dio.
La caverna è a me sacra, è una mia scelta;
io stesso ne sono il vigile custode...
Là dove si spalanca la roccia
possono essere perdonati i peccati
degli uomini...
Quel che sarà qui chiesto
nella preghiera sarà esaudito.
Va', perciò, sulla montagna
e dedica la grotta al culto cristiano".
Ma poiché quella montagna misteriosa e quasi inaccessibile era stata anche luogo di culti pagani, il vescovo esitò a lungo prima di decidersi ad obbedire alle parole dell'Arcangelo.
La seconda apparizione
L'episodio della Vittoria.
La seconda apparizione di S. Michele, detta "della Vittoria", viene tradizionalmente datata nell'anno 492.
Secondo la tradizione, la città di Siponto, assediata dalle truppe nemiche, era ormai vicina alla resa.
I1 vescovo S. Lorenzo ottenne dal nemico
una tregua di tre giorni e si rivolse fiducioso al Celeste Condottiero con la preghiera e il digiuno.
Allo scadere del terzo giorno, al vescovo apparve l'Arcangelo Michele che gli predisse una vittoria sicura e completa.
Questo messaggio riempì di speranza i cuori degli assediati. I difensori uscirono dalla città e diedero inizio ad una furiosa battaglia, accompagnata da folgori, tuoni e saette di straordinaria intensità. La vittoria dei Sipontini fu strepitosa.
La terza apparizione
L'episodio della Dedicazione
Secondo la tradizione nell'anno 493,
dopo la vittoria, il vescovo era ormai
deciso ad eseguire l’ordine del Celeste Messaggero e consacrare la Spelonca
a S. Michele in segno di riconoscenza, confortato anche dal parere positivo espresso da papa Gelasio I (492-496).
Ma di nuovo gli apparve l'Arcangelo
e gli annunzio che Egli stesso già aveva consacrato la Grotta.
Allora il vescovo di Siponto insieme ad altri sette vescovi pugliesi in processione con il popolo ed il clero Sipontino, si avviò verso il luogo sacro.
Durante il cammino, si verificò un prodigio: alcune aquile, con le loro ali spiegate, ripararono i vescovi dai raggi del sole. Giunti alla Grotta, vi trovarono già eretto un rozzo altare, coperto di un pallio vermiglio e sormontato da una Croce; inoltre, nella roccia trovarono l'orma del piede di un bambino.
Il Santo Vescovo vi offrì con immensa gioia il primo Divin Sacrificio.
Era il 29 Settembre, data dalla quale ancora oggi si festeggiano gli Arcangeli.
La Grotta stessa, come unico luogo di culto non consacrato da mano umana, ha ricevuto nei secoli il titolo di "Celeste Basilica".
Il segno soprannaturale lasciato da
S. Michele è ancora oggi esistente e come si racconta, ricorda l'impronta del piede di un fanciullo posato sulla soffice neve.