Un giorno, all’improvviso, il guerriero scopre di lottare senza lo stesso entusiasmo di prima. Continua a fare cio’ che faceva, ma sembra che ogni gesto abbia perduto il suo significato. In quel momento, egli ha una sola scelta: continuare a praticare il Buon Combattimento. Recita le sue preghiere per dovere, o per paura, o per qualsiasi altro motivo, ma non interrompe il suo cammino. Sa che l’angelo di Colui che lo ispira sta facendo un altro giro.
Il guerriero si mantiene concentrato sulla lotta, e persevera: anche quando tutto sembra inutile. Dopo un po’, l’angelo torna, e il semplice fruscio delle sue ali fara’ ritornare la gioia. Un guerriero della luce condivide con gli altri tutto cio’ che conosce del cammino. Chi aiuta, viene sempre aiutato, e ha bisogno di insegnare cio’ che ha appreso. Percio’, egli si siede intorno al fuoco e racconta com’e’ andata la giornata di lotta.
Un amico gli sussurra: “Perche’ parlare tanto apertamente della tua strategia? Non vedi che, comportandoti cosi’, corri il rischio di dover dividere le conquiste con altri?” Il guerriero si limita a sorridere, e non risponde. Sa che, se giungera’ alla fine del viaggio in un paradiso vuoto, la sua lotta non avra’ avuto alcun valore.
Il guerriero della luce ha appreso che Dio si serve della solitudine per insegnare la convivenza. Si serve della rabbia per mostrare l’infinito valore della pace. Si serve del tedio per sottolineare l’importanza dell’avventura e dell’abbandono. Dio si serve del silenzio per fornire un insegnamento sulla responsabilita’ delle parole. Si serve della stanchezza, perche’ si possa comprendere il valore del risveglio. Si serve della malattia per
sottolineare la benedizione della salute. Dio si serve del fuoco per impartire una lezione sull’acqua. Si serve della terra, perche’ si comprenda il valore dell’aria. Si serve della morte per mostrare l’importanza della vita.
Il guerriero della luce da’, prima che gli sia richiesto. Vedendo questo, alcuni compagni commentano: “Chi ha bisogno, chiede.” Ma il guerriero sa che c’e’ molta gente che non riesce – semplicemente non riesce – a chiedere aiuto.
Accanto a lui ci sono molti uomini dal cuore talmente fragile, che si impegnano in amori malsani; sono affamati di affetto, e si vergognano di mostrarlo. Il guerriero li riunisce intorno al fuoco, racconta delle storie, spartisce il suo cibo, scherza insieme a loro. Il giorno dopo, tutti si sentono meglio.
Coloro che guardano alla miseria con indifferenza sono i piu’ miserabili. Le corde che sono sempre in tensione finiscono per logorarsi. I guerrieri che si addestrano senza tregua perdono la spontaneita’ nella lotta. I cavalli che saltano di continuo gli ostacoli finiscono per spezzarsi una zampa. Gli archi che sono costantemente tesi non scagliano piu’ le frecce con la stessa forza.
Percio’, anche se potrebbe non essere dell’umore giusto, il guerriero della luce cerca di divertirsi con le piccole cose quotidiane. Il guerriero della luce presta ascolto a Lao Tzu, quando dice che dobbiamo distaccarci dall’idea dei giorni e delle ore, per rivolgere sempre piu’ attenzione al minuto. Solo cosi’ riesce a fronteggiare taluni problemi, prima che si verifichino: prestando attenzione alle piccole cose, egli riesce a evitare le grandi catastrofi.
Ma, pensare alle piccole cose non significa pensare in tono minore. Una preoccupazione esagerata finisce per eliminare ogni traccia di gioia dalla vita. Il guerriero sa che un grande sogno e’ costituito da tante cose diverse, cosi’ come la luce del sole e’ l’insieme di milioni di raggi. Ci sono momenti in cui il cammino del guerriero attraversa periodi di routine. Allora egli adotta l’insegnamento di Nachman de Bratzlav: “Se non riesci a meditare, devi soltanto ripetere una semplice parola, perche’ questo fa bene all’anima. Non dire altro, limitati a ripetere la stessa parola senza fermarti, innumerevoli volte.
Essa finira’ per perdere il suo significato, acquistandone uno nuovo. Dio aprira’ le sue porte, e tu arriverai a usare questa semplice parola per esprimere tutto cio’ che vorresti.”
Quando e’ obbligato a ripetere il medesimo compito, il guerriero adotta questa tattica, e trasforma il proprio lavoro in preghiera. Un guerriero della luce non ha “certezze”, ma un cammino da seguire, al quale cerca di adattarsi in base al tempo.
In estate, lotta con equipaggiamenti e tecniche diversi da quelli impiegati in Inverno. Essendo tollerante, egli non giudica mai il mondo, utilizzando il concetto di “giusto” o “sbagliato”, bensi’ sulla base dell’atteggiamento piu’ adatto a quel determinato momento. Sa che anche i suoi compagni devono
adattarsi, e, quindi, non si sorprende quando essi cambiano atteggiamento. A ciascuno da’ il tempo necessario per giustificare le proprie azioni.
Ma, e’ molto giusto in caso di tradimento. Un guerriero siede intorno al fuoco con i suoi compagni. Essi trascorronp ore e ore accusandosi a vicenda, ma poi finiscono per dormire sotto la stessa tenda e per dimenticare le offese pronunciate. Di tanto in tanto, nel gruppo arriva un elemento nuovo. Poiche’
non ha ancora una storia in comune con gli altri, l’uomo mostra soltanto i suoi pregi, e alcuni lo vedono come un maestro. Ma il guerriero della luce non lo paragona mai ai vecchi compagni di battaglia. Lo straniero e’ il benvenuto, ma si fidera’ di lui solo quando avra’ conosciuto anche i suoi difetti.
Un guerriero della luce non entra mai in battaglia senza conoscere i limiti del suo alleato. Il guerriero della luce conosce una vecchia espressione popolare che dice: “Se il pentimento uccidesse… E sa che il pentimento uccide davvero: corrode lentamente l’anima di chi ha fatto qualcosa di sbagliato, e conduce
all’autodistruzione. Il guerriero non vuole morire in questa maniera. Quando agisce con perversita’, o cattiveria, poiche’ anch’egli e’ un uomo pieno di difetti, non si vergogna di chiedere perdono. Se gli e’ ancora possibile, concentra ogni suo sforzo per riparare al male che ha fatto. Se colui che ha colpito e’ morto, fa del bene a un estraneo, e offre questa buona intenzione all’anima di colui che ha ferito.
Un guerriero della luce non si pente, perche’ il pentimento uccide. Egli si umilia, e rimedia al male che ha causato. Tutti i guerrieri della luce hanno sentito la madre dire: “Mio figlio si comporta cosi’ perche’ ha perduto la testa, ma in fondo e’ una gran brava persona. Benche’ rispetti la madre, egli sa che non e’ cosi’. Non si colpevolizza per i suoi gesti avventati, e tanto meno passa la vita a perdonarsi per tutto cio’ che fa di sbagliato, poiche’ in questa maniera non correggera’ mai il proprio cammino. Per giudicare il risultato dei propri atti, si basa sul buon senso, e non sulle intenzioni che aveva nel compierli. Si assume la responsabilita’ di ogni sua azione, pur pagando un prezzo alto per gli errori.
Dice un vecchio proverbio arabo: “Dio giudica l’albero dai frutti, non dalle radici.” Prima di prendere una decisione importante, come dichiarare una guerra, trasferirsi con i compagni in un’altra pianura, scegliere un campo da seminare, il guerriero si domanda: “Come incidera’ sulla quinta generazione dei miei
discendenti questo mio gesto?” Un guerriero ha coscienza che le azioni individuali comportano conseguenze che si prolungano per molto tempo, e deve sapere quale mondo sta lasciando alla sua quinta generazione.
“Non scatenare una tempesta in un bicchier d’acqua,” dice qualcuno al guerriero della luce, avvisandolo. Ma egli non enfatizza mai un momento difficile, e cerca sempre di mantenere la calma necessaria. Nel contempo, non giudica il dolore altrui. Un piccolo dettaglio – che non lo colpisce affatto – puo’ divenire
lo stoppino per scatenare la tempesta che covava nell’anima di un suo fratello. Il guerriero rispetta la sofferenza del prossimo, e non tenta di paragonarla alla propria. La coppa della sofferenza non ha la stessa misura per tutti. “La prima qualita’ del cammino spirituale e’ il coraggio,” sosteneva Gandhi . Il mondo sembra minaccioso e pericoloso ai codardi, che ricercano la sicurezza menzognera di una vita priva di grandi sfide, e si armano fino ai denti per difendere quello che credono di possedere. I codardi finiscono per costruire le grate della loro stessa prigione. Il guerriero della luce proietta il suo pensiero al di la’ dell’orizzonte. Sa che, se non fara’ niente per il mondo, nessun altro lo far.a’ Allora partecipa al Buon Combattimento e aiuta gli altri, anche senza comprendere appieno il motivo per cui lo fa. Il guerriero della luce legge con attenzione un testo che l’Anima del Mondo ha inviato a Chico Xavier: “Quando riesci a superare dei seri problemi di rapporto, non soffermarti sul ricordo dei momenti difficili, ma sulla gioia di avere attraversato anche questa prova della tua vita. Quando esci da un lungo periodo di convalescenza, dopo una malattia, non pensare alla sofferenza che e’ stato necessario affrontare, ma alla benedizione di Dio che ha consentito la tua guarigione.
“Per il resto della vita, serba nella memoria le cose belle che sono sorte nei momenti di difficolta’. Esse saranno una prova delle tue capacita’ e ti infonderanno fiducia dinanzi a qualsiasi ostacolo.” Il guerriero della luce si concentra sui piccoli miracoli della vita quotidiana. Se sa vedere cio’ che e’ bello, e’ perche’ ha la bellezza dentro di se’, giacche’ il mondo e’ì uno specchio che rimanda a ogni uomo il riflesso del suo viso. Pur conoscendo i propri difetti e limiti, il guerriero fa il possibile per mantenere il buon umore nel momenti di crisi. In fin dei conti, il mondo sta facendo ogni sforzo per aiutarlo, quantunque tutto cio’ che lo circonda sembra affermare il contrario.
Esiste un residuo emotivo: esso viene prodotto nelle officine del pensiero. E’ formato dai dolori ormai passati, che adesso non sono piu’ di alcuna utilita’. E’costituito dai cauti provvedimenti che hanno avuto un’importanza in passato, ma che nel presente non servono a niente. Il guerriero ha, inoltre, i suoi
ricordi, ma riesce a separare quello che e’ utile da cio’ che non e’ necessario: egli si libera del proprio residuo emotivo. Dice un compagno: “Ma questo fa parte della mia storia. Perche’ devo abbandonare dei sentimenti che hanno segnato la mia esistenza?”
Il guerriero sorride, ma non cerca di provare cose che ormai non sente piu’. Sta cambiando, e vuole che i suoi sentimenti lo accompagnino. Dice il maestro al guerriero, quando lo vede depresso: “Tu non sei quello che sembri nei momenti di tristezza. Sei molto di piu’ “Mentre tanti sono partiti, per motivi che non comprenderemo mai, tu sei ancora qui. Perche’ mai Dio si e’ portato via uomini cosi’ incredibili, e ha lasciato te? “In questo momento, milioni di uomini hanno gia’ rinunciato. Non si infastidiscono, non piangono, non fanno piu’ niente. Si limitano ad aspettare che il tempo passi. Hanno perduto la capacita’ di reagire. Tu, pero’, sei triste. E cio’ dimostra che la tua anima e’ ancora viva.” A volte, nel pieno di una battaglia che sembra non avere fine, il guerriero ha un’idea e vince in pochi secondi. Allora pensa: “Perche’ ho sofferto per tanto tempo, in un combattimento che avrebbe potuto risolversi con la meta’ dell’energia che ho sprecato?” In verita’, ogni problema, una volta risolto, sembra molto semplice.
La grande vittoria, che oggi appare facile, e’ il risultato di una serie di piccoli successi che sono passati inosservati. Allora il guerriero capisce cio’ che e’ accaduto, e dorme tranquillo. Invec= e di colpevolizzarsi per il fatto di avere impiegato tanto tempo ad arrivare, gioisce sapendo che infine e’ giunto alla meta. Esistono due tipi di preghiera. Il primo e’ quello con cui si chiede che accadano determinate cose, tentando di suggerire a Dio cio’ che Egli deve fare. Al Creatore non si concede tempo, ne’ spazio per agire. Dio, che sa benissimo cio’ che e’ meglio per ciascuno, continua ad agire come Gli conviene.
E colui che prega rimane con la sensazione di non essere stato ascoltato. Il secondo tipo di preghiera e’ quello in cui, anche senza comprendere i cammini dell’Altissimo, l’uomo lascia che nella propria vita si compiano i disegni del Creatore. Implora che gli sia risparmiata la sofferenza, chiede gioia nel Buon Combattimento, ma mai – in nessun momento – dimentica di pronunciare la formula: “Sia fatta la Tua volonta’.” Il guerriero della luce prega in questa seconda maniera. Il guerriero sa che, in tutte le lingue, le parole piu’ importanti sono quelle piccole: “Si”, “Amore”, “Dio”. Sono parole che si pronunciano con
facilita’, e colmano giganteschi spazi vuoti.
Esiste tuttavia una parola, anch’essa molto piccola, che molti hanno difficolta’a pronunciare: “No.” Chi non dice mai di no, si crede generoso, comprensivo, educato: perche’ il “no” porta con se la nomea di maledetto, egoista, poco spirituale. Il guerriero non cade in questa trappola. Ci sono momenti in cui, nel dire “si” agli altri, potrebbe darsi che, contemporaneamente, stia dicendo “no” = a se stesso. Percio’, non pronuncia mai un “si” con le labbra, se il suo cuore sta dicendo “no”. Sono questi i comandamenti ai quali nessun guerriero della luce puo’ obbedire:
Primo. Dio e’ sacrificio Soffri in questa vita e sarai felice nella prossima.
Secondo. Chi si diverte e’ un bambino.
Terzo. Gli altri sanno cio’ che e’ meglio per noi, perche’ hanno piu’ esperienza.
Quarto. Nostro dovere e’ rendere contenti gli altri. E’ necessario gratificarli, anche se cio’ comporta rinunce importanti.
Quinto. Non bisogna bere avidamente alla coppa della felicita’, altrimenti potrebbe piacerci. E non sempre l’avremo fra le mani.
Sesto. E’ necessario accettare tutti i castighi. Siamo colpevoli.
Settimo. La paura e’ un segnale di allarme. Non correremo rischi. Un folto gruppo di uomini si trova in mezzo alla strada e sbarra il cammino che conduce al Paradiso. Il puritano domanda: “Perche’, i peccatori?” E il moralista urla: “La prostituta vuole partecipare al banchetto!” Il custode dei valori sociali grida: “Come perdonare l’adultera, se ha peccato?” Il penitente si strappa le vesti: “Perche’ guarire un cieco che pensa solo alla propria malattia e non ringrazia neppure? L’asceta si straccia: “Tu lasci che la donna sparga sui tuoi capelli un olio prezioso! Perche’ non venderlo e comprare del cibo?”
Sorridendo, Gesu’ tiene la porta aperta. E i guerrieri della luce entrano, trascurando le urla isteriche. L’avversario e’ sapiente e scaltro. Appena puo’, afferra l’arma piu’ facile ed efficace: l’intrigo. Quando se ne serve, non ha bisogno di fare grandi sforzi: perche’ altri stanno lavorando per lui. Con parole male orientate, vengono distrutti mesi di dedizione, anni di ricerca dell’armonia. Sovente il guerriero della luce rimane vittima di questa trappola. Non sa da dove provenga il colpo, e non ha modo di dimostrare che l’intrigo e’ falso. L’intrigo non permette il diritto alla difesa: condanna senza processo.
Allora, egli sopporta le conseguenze e le punizioni commentate, poiche’ la parola ha un suo potere, e il guerriero lo sa. Ma soffre in silenzio, e non usa mai quell’arma per attaccare l’avversario. Un guerriero della luce non e’ vigliacco. “Dai allo sciocco mille intelligenze, ed egli non vorra’ null’altro se non la tua,” dice il proverbio arabo.
Quando il guerriero della luce comincia a piantare il suo giardino, nota che il vicino lo spia. A costui piace dare consigli su come seminare le azioni, raccogliere i pensieri, irrigare le conquiste. Se il guerriero prestera’ ascolto a cio’ che l’uomo sta dicendo, finira’ per fare un lavoro che non gli appartiene: il giardino a cui si sta dedicando derivera’ da un’idea del vicino. Ma un vero guerriero della luce sa che ogni giardino ha i propri misteri, che solo la mano paziente del giardiniere e’ capace di decifrare. Percio’ preferisce concentrarsi sul sole, sulla pioggia, sulle stagioni. Sa che lo sciocco che da’ consigli sul giardino altrui non sta badando alle proprie piante. Per lottare, e’ necessario tenere sempre gli occhi aperti. E avere al proprio fianco dei
compagni fedeli. Ma capita che, all’improvviso, quello che si batteva insieme al guerriero della luce diventi un suo avversario.
La prima reazione e’ di odio. Ma il guerriero sa che un combattente accecato e’ perduto nel cuore della battaglia. Allora cerca di ricordare le belle azioni compiute dall’antico alleato nel periodo in cui hanno convissuto. Tenta di comprendere che cosa lo abbia spinto al repentino cambio di atteggiamento,
quali ferite si siano accumulate nella sua anima. Cerca di scoprire che cosa abbia portato uno dei due a rinunciare al dialogo. “Nessuno e’ del tutto buono, o cattivo”: ecco cio’ che pensa il guerriero quando capisce di avere un nuovo avversario.
Un guerriero sa che i fini non giustificano i mezzi. Perche’ i fini non esistono: ci sono solo i mezzi. La vita lo trasporta dall’ignoto verso l’ignoto. Ogni minuto e’ rivestito di questo mistero appassionante: il guerriero non sa da dove viene, ne’ dove sta andando. Ma non e’ qui per caso. E la sorpresa lo riempie di gioia, i paesaggi che non conosce lo affascinano. Molte volte ha paura, ma questo fa parte della norma per un guerriero. Se egli pensasse solo alla meta, non riuscirebbe a prestare attenzione ai segnali disseminati lungo il cammino. Se si concentrasse su una singola domanda, perderebbe le varie risposte che gli stanno a fianco. Percio’ il guerriero si concede. Il guerriero sa che esiste il cosiddetto “effetto cascata”. Ha visto molto spesso qualcuno comportarsi in maniera sbagliata con chi non aveva il coraggio di reagire. Allora, per vigliaccheria e risentimento, questi ha riversato a propria rabbia su qualcun altro piu’ debole, che l’ha scaricata su un altro ancora, in una vera e propria catena d’infelicita’.
Nessuno conosce le conseguenze delle proprie crudelta’. Percio’ il guerriero e’ prudente nell’uso della spada, e accetta solo un avversario che sia degno di lui. Nei momenti di rabbia, prende a pugni la roccia e si ferisce la mano.
Alla fine la mano guarisce. Ma il bambino che ha finito per prenderle perche’ suo padre ha perso un combattimento sara’ marchiato per il resto della vita.
Quando arriva l’ordine di trasferimento, il guerriero guarda tutti gli amici che si e’ fatto durante il cammino.
Ad alcuni ha insegnato a udire le campane di un tempio sommerso, ad altri ha raccontato storie intorno al fuoco. Il suo cuore si rattrista, ma egli sa che la sua spada e’ sacra, e che deve obbedire agli ordini di Colui al quale ha offerto la sua lotta. Allora il guerriero della luce ringrazia i compagni di viaggio, trae un profondo respiro e va avanti, portando con se i ricordi di un viaggio indimenticabile.
Tratto da :Pomodoro Zen.