Il Lago Titicaca, è il Luogo dove mercoled' 9 settembre verrà attivato il cristallo di Sole-Luna di Luce.Negli ultimi anni il lago Titicaca e` balzato alla ribalta delle cronache e non soltanto per ragioni turistiche. Acciambellato al confine fra la Bolivia e il Peru, in una delle zone piu` montuose del mondo, questo lago piu` unico che raro e` al centro di una zona altamente suggestiva, sia per ragioni archeologiche sia per ragioni antropologiche. Per cominciare, il Titicaca e` il lago navigabile piu` "alto" del mondo: 3.800 metri. E` lungo 150 km e profondo 300 metri. Piu` che un lago, si tratta di due laghi congiunti dallo stretto di Tiquina: il Lago Mayor (in dialetto quecha "Chuchuito") e` a nord e contiene le isole del Sole e della Luna; il Lago Minor (o "Huinamarca) e` a sud e contiene diversi isolotti. L'acqua e` di un azzurro puro e splendente. Lo scenario naturale, fra i picchi delle Ande non potrebbe essere piu` romantico.
A poca distanza dalla riva meridionale si trovano le rovine dell'antico complesso di Tiwanacu (ribattezzata Tiahuanaco dagli spagnoli). E` ormai assodato che questo fu un centro religioso che servi` per secoli un vasto impero. Non sappiamo nulla di quelle genti pre-incaiche, che infatti vengono semplicemente chiamate "cultura di Tiahuanaco", ma il loro regno si estendeva dal Cile settentrionale fino al Peru meridionale, e la sua importanza era dovuta al fatto di essere situato al centro del commercio inter-andino. La civilta` sulle rive del Titicaca arrivo` molto presto, forse prima dello sviluppo della civilta` ellenica in Europa, e Tiwanacu venne probabilmente fondata intorno al 1.500 avanti Cristo. Si tratta, pertanto, di uno dei monumenti piu` antichi delle Americhe. Nessuno sa cosa causo` l'abbandono di Tiwanacu e la scomparsa della sua civilta`, ma si specula che le frequenti alluvioni causate dal lago possano aver sommerso parti vitali della citta`. Il Kalasasaya contiene due famosi e inquietanti monoloti, oltre alla Porta del Sole. La piramide Acapana troneggia sulla piana e lascia intuire con le sue dimensioni che i suoi costruttori la vollero visibile da lontano, su un territorio che probabilmente era densamente popolato. Il puma, il condor e il serpente sono i motivi che ricorrono di continuo negli indecifrabili bassorilievi di questi templi.
Una delle ragioni per cui gli archeologi sono tornati a parlare del lago Titicaca e` che questa zona continua a regalare misteri. Non ci sono dubbi che qualcosa di importante sia ancora sepolto sotto il lago, ma anche senza ritrovare quel "qualcosa" i dintorni continuano a rivelare nuovi e sempre piu` affascinanti dettagli del mistero.
La leggenda piu` intrigante e` naturalmente quella che lega Titicaca ad Atlantide. Ad alimentare questa leggenda sono due fattori: l'eta` presunta di questa civilta`, che combacerebbe con le notizie storiche tramandateci dai Greci, e le dimensioni presunte della citta` sommersa, che potrebbero giustificare il termine "continente". Il problema, naturalmente, e` che nessuno e` ancora riuscito a trovarlo questo continente... La ragione potrebbe essere che Tiahuanaco, e cio` che conosciamo oggi di quella civilta`, costituivano forse soltanto il porto di quello che era un impero ben piu` vasto, e i resti di quell'impero non sono "nel" Titicaca ma nelle sue vicinanze. E` la tesi, per esempio, che un anno fa ha condotto il britannico Jim Allen al lago Poopa, dopo aver studiato cartine antiche. Allen non e` l'unico ad aver notato che le civilta` diventano piu` antiche man mano che ci si spinge verso lontano dall'Oceano Pacifico, contrariamente a quanto uno si aspetterebbe.
Il fatto che Tiahuanaco si trovi a 20 km dalle rive del lago puo` avere soltanto due spiegazioni logiche: o il livello del lago si e` abbassato oppure l'intera zona si e` sollevata. Entrambi possono essere dovuti soltanto a sconvolgimenti terrificanti, piu` o meno corrispondenti alla leggenda di Atlantide. Alcuni studiosi (fra cui Arthur Posnansky) hanno avanzato l'ipotesi che Tiwanacu esistesse gia` 10.000 anni fa, quando la zona fu scossa dell'ultima grande catastrofe. Gli effetti di quella catastrofe sono difficili da stimare, ma con un minimo di fantasia si puo` credere che abbia completamente cancellato le tracce di una gloriosa civilta`. Altri studiosi puntano alle specie estinte che sono scolpite su alcuni monumenti di Tiwanacu e alla lingua degli indios "aymara`", che non sembra imparentata con le tradizionali lingue pre-incaiche, ma sembra appartenenre a un ceppo ben piu` antico.
Il lago Titicaca, il più grande del Sudamerica, si trova a quasi quattromila metri di altezza sull'altopiano ai confini tra la Bolivia e il Perù attuali. Per gli incas, il lago era un luogo sacro. Ecco ora una leggenda che spiega come il lago fu creato e che risponde perfettamente alla realtà di una zona in cui i terremoti sono frequentissimi. Molto tempo fa, sull'altopiano sorgeva una grande e ricca città costruita da una popolazione fiera e arrogante. Gli abitanti erano così compiaciuti della loro città, da rifiutarsi di ammettere che al mondo ci fosse alcunché di più bello. Un giorno arrivò nella città un gruppo di cenciosi indios che ben presto attrassero l'attenzione della gente profetizzando la distruzione della ricca città. Preparatevi, dicevano la rovina è vicina, ed essa verrà sotto forma di terremoti, inondazioni e incendi. Stanchi di quelle profezie di malaugurio, i cittadini presero a frustare gli indios e li espulsero dalla città. Ma i sacerdoti erano molto allarmati. Quelli erano santi uomini, dicevano può darsi che vedano più lontano di quanto vediamo noi. E presero tanto sul serio le parole degli indios, che se ne andarono a loro volta dalla città per ritirarsi nel loro tempio su uno dei colli vicini. Guardate un po' quegli sciocchi dicevano gli abitanti. Che cosa credono di ottenere standosene lassù? Quel colle è così alto da attirare i fulmini. Oh, come rideremo quando accadrà! Poi, un tranquillo pomeriggio, un cittadino scorse all'orizzonte una nuvoletta rossa, che divenne sempre più grande, e ben presto altre nubi dello stesso colore le si congiunsero, e ad esse se ne aggiunsero altre ancora, che avevano il colore del piombo. Quando venne la notte, non calarono le tenebre, perché il cielo e la terra sottostante erano rischiarati dal riflesso rosso delle nubi. Poi con fragore spaventoso il suolo prese a tremare: dalle nuvole cominciò a cadere una pioggia rossa. Uno dopo l'altro gli edifici crollarono, mentre la pioggia cadeva implacabile. Gli acquedotti e i canali d'irrigazione furono completamente distrutti, i torrenti montani uscirono dai loro letti, la città venne sommersa. Oggi, il grande lago Titicaca ne copre i resti. Non uno dei suoi orgogliosi abitanti è sopravvissuto. A salvarsi furono solo i sacerdoti nelle loro capanne di paglia, il loro tempio sul colle non fu distrutto dal terremoto, il colle stesso restò al di sopra delle acque del diluvio. Oggi la sua cima è l'Isola del Sole. Sopravvissero anche i profeti di sventura, quei poveri indios cenciosi, che da un luogo sopraelevato assistettero rattristati alla distruzione della città; una parte dei loro discendenti divennero i "Saggi dell'altopiano", medici e guaritori celebri per la loro abilità.