Alcuni, nel mio gruppo, sono prevalentemente chiamati a vivere la vita del “sannyasin”, cioè di chi, compiuti i suoi doveri di studio, di famiglia, di lavoro è maturo per quell’atteggiamento verso altri propositi e mete di vita che tecnicamente chiamiamo del “sannyasin”, ovvero il discepolo insegnante. Nei vecchi tempi egli lasciava la casa e gli affari e andava per il mondo, seguendo la luce, cercando il Maestro, e sempre insegnando sul suocammino.
Oggi, nella civiltà occidentale e sotto l’albeggiante influsso della Nuova Era, il richiamo è lo stesso, ma il discepolo non abbandona la famiglia e la propria utilità esterna. Resta dov’è, prosegue nei suoi doveri esterni e fisici, ma in lui avviene un grande cambiamento e si riorienta. Il suo atteggiamento verso la vita e gli affari è profondamente alterato.
Tutta la sua vita interiore diviene un sistematico ritirarsi…. È alquanto diverso dal “distacco”, che si applica principalmente alla natura astrale-emotiva, al desiderio, qualunque siano gli attaccamenti.
Questa è invece un’attività mentale; è un atteggiamento della menteche domina tutta la vita personale. Comporta non soltanto il distacco dal desiderio e da ciò che è familiare, desiderato e acquisito da lunga abitudine, ma anche un completo riadattarsi dell’intero triplice uomo inferiore al mondo dell’anima.
È qui che le rette abitudini e i giusti atteggiamenti verso gli affari e le relazioni di famiglia, entrano in gioco e consentono al “sannyasin” “di continuare la via ascendente con cuore “distaccato e libero”, e tuttavia far ciò mentre si compie la giusta azione, il giusto pensiero e il giusto desiderio, verso tutti coloro con cui è legato il suo destino.
A questo difficile compito l’anima ti chiama.
È il problema principale della tua vita: rimanere libero anche se circondato; operare nel mondo soggettivo mentre sei attivo in quello esteriore; conseguire il vero distacco mentre dai a tutti quel che è dovuto. Il vero “sannyasin”, colui che (libero dai compiti più attivi del giovane che si inoltra nel suo proprio campo d’azione) può usare l’esperienza, la saggezza e la conoscenza duramente conquistate, per servire la Gerarchia e l’umanità.
Puoi ora vivere per il prossimo, e trovare in ciò ricompensa, interesse e compensazione di tutte le lotte del passato.
Il periodo che ti attende è quello proprio del sannyasin, di colui che — gustata in pieno l’esperienza della vita — si dedica a vivere secondo i valori spirituali, e li insegna. Rifletti su questo.
Conforma la tua vita al modello del “sannyasin” e non restare legato da attaccamenti del piano fisico. Se tu lo facessi questi t’indebolirebbero, e il dolore del rimanere aggrappato ostacolerebbe i tuoi piedi che inciamperebbero sul Sentiero. Cammina libero, fratello, non attaccarti a nessuno e non legare a te nessuno coi lacci dell’attaccamento.
Tu sei un “sannyasin” e come tale devi lavorare per liberarti da legami d’ogni specie, ma non dalle condizioni e responsabilità circostanti (la distinzione è sottile). Quel che si richiede è l’atteggiamento interiore di remissione completa alla volontà dell’anima, che è la Volontà di Dio, per quanto concerne l’individuo.
Sii unito alle anime, fratello, ma distaccati dalle personalità. I rapporti personali prosciugano e devitalizzano.
Sii felice. Sii felice come il “sannyasin” che (distaccato dal sé minore, ma unito al Sé superiore in tutti) abbandona tutto ciò che potrebbe impedire ed intralciare il suo servizio. D’ora innanzi non appartieni a te stesso, né a nessuno, né presti ascolto a richiami terreni.
Appartieni ai servitori dell’umanità e a noi.
Sii un sannyasin, libero, solo con Dio, con la tua anima e me. Quindi, lavora ed ama.
FONTE: http://www.pilastridiluce.net/wordpress/messaggi-dei-maestri/il-vero-discepoloservitore-della-luce/
Un abbraccio di Luce...Ste